Le 10 regole d’oro per accedere con successo ai bandi pubblici

bandi pubblici come accedere?

In dieci anni di esperienza come professionista nel fundraising e nella progettazione finanziaria, con centinaia di progetti che hanno beneficiato di risorse provenienti da bandi italiani ed europei, ho fatto tesoro di alcuni fondamentali princìpi che chiunque si appresti a ricorrere a strumenti di finanza pubblica dovrebbe osservare con attenzione.

Spesso, infatti, ho riscontrato molti fraintendimenti circa l’utilizzo di queste fonti, non solo da parte di chi intende presentare un progetto ma anche da parte di consulenti e professionisti.

Spero quindi che queste brevi pillole possano fornire utili indicazioni ai “neofiti” ma anche essere occasione, per i più navigati, di condividere eventuali esperienze. Citando il filosofo Anistene, “la cosa più utile che possiamo imparare nella vita è disimparare ciò che è sbagliato”.

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Conlabora è una società di advisory che affianca i propri clienti nel trasformare idee d’innovazione in progettualità concrete, individuando e attivando risorse finanziarie alternative capaci di accelerarne il percorso di crescita.

Conlabora ha seguito oltre 200 progetti, con una raccolta complessiva di circa 11 milioni di euro.

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L’ente pubblico non regala i soldi

Così come accade per altri soggetti erogatori (es. banche o investitori) occorre comprendere le finalità per le quali Stato, Regioni e CE allocano risorse finanziarie. Essendo denari pubblici, il presupposto è che vadano a vantaggio di interessi collettivi; le risorse vengono dunque, di principio, investite su quei progetti considerati maggiormente capaci di proiettare un ritorno positivo in termini di miglioramento del sistema socioeconomico di riferimento (es. la messa sul mercato di un’innovazione, nuovi investimenti tecnologici, creazione di posti di lavoro etc.). La domanda fondamentale è: perché il mio progetto dovrebbe meritare il sostegno di fondi pubblici agli occhi del valutatore?

 

I bandi sono procedure ad evidenza pubblica…

Le fonti di copertura dei denari che un Ente pubblico mette a disposizione dei soggetti del proprio territorio di competenza provengono essenzialmente da risorse proprie (per la maggior parte entrate fiscali) e da risorse comuni (derivanti dall’appartenenza a soggetti sovra territoriali, come l’UE). Il bando è lo strumento normativo per evitare favoritismi o meccanismi non trasparenti nell’assegnazione dei fondi. Il bando serve cioè a garantire la coerenza e la corretta allocazione delle risorse verso le finalità dichiarate (vedi punto 1), regolamentando in maniera uniforme ed evidente i criteri di utilizzo dei fondi pubblici.

 

… e vanno letti molto attentamente.

Nel testo dell’Avviso (e nei suoi allegati) troviamo risposta a tutte le domande circa la fattibilità della richiesta e le modalità di funzionamento del bando. In altre parole, tutte le regole del gioco! Molto spesso si leggono solo le schede di sintesi, ma in ogni bando troviamo sempre dettagliati: le finalità (vedi punto 1), i soggetti beneficiari (chi può e NON può partecipare), la localizzazione degli interventi, le tipologie di intervento ammissibili (cioè quali attività sono finanziabili), la dotazione finanziaria (quante sono le risorse disponibili), l’entità e la forma della sovvenzione (es. 70% a fondo perduto), la procedura per presentare domanda, l’iter e i criteri di valutazione e le modalità di erogazione.

 

Le agevolazioni non sono tutte uguali

Per valutare l’effettiva convenienza nel ricorrere ad un incentivo pubblico, occorre comprenderne pro e contro; il vantaggio principale è legato all’economicità, trattandosi cioè di capitali a condizioni più favorevoli rispetto al mercato (anche per questo si parla di finanza “agevolata”); di contro, l’accesso e l’erogazione sono rigidi e burocratizzati, con conseguente incidenza sulle tempistiche. Infine, anche nel caso di contributi fondo perduto è bene verificare fin da subito se i fondi vengano erogati a consuntivo (previa rendicontazione delle spese effettuate) e/o se l’anticipazione richieda eventuali garanzie.

 

I fondi pubblici sono solo una parte del mix finanziario

Il concetto di mix finanziario parte da una corretta valutazione delle «spese» che si prevede di sostenere relativamente ad un progetto di sviluppo: la scelta delle fonti di finanziamento deve valutare correttamente tutte le possibilità offerte dal mercato finanziario, classificandole in base a 4 criteri: economicità, omogeneità, flessibilità ed elasticità. I fondi pubblici sono pensati per ottimizzare la gestione finanziaria, non per sostituirla! È il motivo per cui, generalmente, l’agevolazione è espressa in % sul piano di spesa. Nel caso in cui il contributo copra il 70% delle spese di progetto, come sosterrò il restante 30%?

 

Non è questione di fortuna

Come visto ai precedenti punti 2 e 3, il bando contiene già tutti gli elementi per valutare la fattibilità dell’operazione. In altre parole, abbiamo già parecchi elementi per stimare una probabilità di riuscita. Ciò che non dipende dal proponente riguarda gli aspetti della competizione, ossia: 1) essendo la maggior parte delle misure “a sportello”, le risorse vengono assegnate ai progetti valutati positivamente sulla base dell’ordine cronologico di presentazione e fino a esaurimento della dotazione; 2) può darsi che il progetto che abbiamo presentato sia meritevole, ma altri lo siano di più!

 

Spesso il “quando” è più importante del “quanto”

Poiché l’equilibrio finanziario è dinamico, esso dipende non solo dall’entità delle entrate e delle uscite ma anche e soprattutto dalla loro periodicità. I fondi pubblici scontano fasi di erogazione più lente rispetto ad altre fonti: occorre quindi conoscere in anticipo tutte le tempistiche per programmare adeguatamente il cash flow.

 

Capire se e per che cosa vi serve un supporto specialistico

Come per qualsiasi attività, l’eventuale ricorso ad un supporto specialistico va valutato in termini di convenienza, ossia di costo/beneficio rispetto al Do-It-Yourself e in termini di efficacia, ossia di qualità del prodotto finale. Le fasi di preparazione e di gestione di un progetto a valere su fondi pubblici prevedono una serie di attività imprescindibili (es. stesura degli allegati tecnici, budgeting, rendicontazione etc.). Con il giusto professionista, un supporto consulenziale è un buon investimento, anche a scopo “formativo”!

 

I fondi europei diretti sono per pochi

Stando agli ultimi dati dell’EASME, su SME Instrument (ora EIC Accelerator) il tasso di successo mediano dei progetti presentati è pari all’13,4% (il 9% in Italia). L’accesso ai programmi diretti della CE richiede requisiti formali e progettuali molto analitici e uno sforzo non banale per preparare un dossier adeguato alla competizione. Va da sé che a grande vantaggio (contributo a fondo perduto pari al 70%, con anticipo) corrisponda altrettanto impegno!

 

I bandi sono (anche) occasioni di business

Sovente, i bandi pubblici richiedono o incoraggiano la collaborazione tra più attori del sistema economico: Grandi imprese, PMI, Startup, Enti di ricerca. Un bando può essere buona occasione per allacciare partnership e collaborazioni, sia in logica di Open Innovation, sia per proporsi come fornitori con il proprio prodotto/servizio innovativo. Infine, oltre all’aspetto finanziario, si può sfruttare anche la validazione istituzionale del progetto.

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