I segreti del business plan per startup [Intervista a Roberto Sfoglietta]

Abbiamo intervistato Roberto Sfoglietta, CEO e Co-Founder di Starting Finance Deal, società che aiuta altre startup a raccogliere investimenti per finanziare le proprie attività.
Visto che uno dei documenti più importanti quando una startup si vuole affacciare al mondo degli investitori è il Business Plan.
Abbiamo chiesto a Roberto, che vive tutti i giorni di Business Plan e Financial Plan, alcuni consigli su come sviluppare quello della tua startup.
Buona lettura!
Se vuoi entrare in contatto con Starting Finance Deal ed essere seguito nella compilazione del Business Plan e/o Financial Plan, nella creazione del tuo pitch o fare valuation della tua startup clicca qui e prenota una consulenza gratuita.
Indice dei contenuti
Benvenuto Roberto. Ci racconti il tuo percorso professionale?
Sono un imprenditore romano di 25 anni, fondatore di diverse realtà tra le quali SF Deal, società che vuole mettere in connessione le startup in cerca di fondi con un pool di investitori, un club a cui SF Deal propone ogni mese le startup più solide e pronte tra i suoi clienti. In un anno di attività SF Deal è riuscita a chiudere 9 deal per le sue startup, per un totale di oltre 3,2 milioni di investimenti fatti dagli oltre 120 appartenenti al club di investitori.
Ho iniziato la mia strada nel mondo dell’imprenditoria a 17 anni, fondando Mining Farm e facendo esperienza per poi aprire la mia ultima impresa, TAC, l’applicazione per la digitalizzazione dei processi aziendali. Nel mondo startup ho acquisito sin da subito valore e infatti a 19 anni ero a Dubai al Future Blockchain Summit come relatore e in seguito ho partecipato nello stesso ruolo ad eventi come Heroes meet in Maratea, il SIOS, il Web Marketing Festival e molti altri.
Il mio intento di imprenditore è quello di migliorare l’intero panorama italiano e per questo oltre ad essere mentor per diverse startup sono anche investitore e socio di alcune realtà come Dinamica Politica, Vesta Calcio e OpenThesis. Il mio obiettivo come imprenditore è portare innovazione e digitalizzazione nel nostro paese al fine di diminuire il divario economico-culturale con gli altri paesi europei.
Perché avete creato Starting Finance Deal? E Quali servizi offre alle startup?
Starting Finance Deal è una società di investimenti e consulenza per startup innovative nata a Roma con l’obiettivo di supportare gli imprenditori del futuro. Con un team di persone altamente specializzate nel mondo startup vogliamo accompagnare le idee dalla loro nascita fino alla loro realizzazione, creando valore per tutti gli attori coinvolti. Da un lato le startup riescono ad accedere più facilmente al mercato dei capitali, dall’altro gli investitori hanno la possibilità di investire sulle idee più promettenti. La società opera tramite un Club Deal interno di investimento e una rete di partner nazionali ed internazionali tra cui Fondi di Venture Capital, SGR, Family Office e Corporate.
SFD offre servizi di consulenza, marketing e fundraising. Ci occupiamo principalmente di startup che si trovano nella fase embrionale, definendo le linee di business, fino a creare un’identità del brand dal punto di vista grafico ed aiutandoli nel lancio della startup dal lato marketing, fino ad arrivare al processo di fundraising.
Parliamo di Business Plan: quanto è importante per una startup che vuole raccogliere fondi?
Il business plan è sicuramente un requisito fondamentale per una startup che desidera lanciare la propria idea di business, o anche ampliarla tramite il fundraising.
Il documento rappresenta in tutto e per tutto la propria idea di business, senza di esso, raccogliere dei fondi, diventa senz’altro un’impresa impossibile.
Gli investitori preferiscono un business plan scritto (formato testo) o una presentazione? E che lunghezza dovrebbe avere?
In una prima fase, gli investitori preferiscono ricevere il classico investor deck, ovvero una presentazione in cui viene riscontrato un problema, viene stabilita una soluzione, e racconta la startup dal punto di vista tecnico, finanziario e descrittivo. Parte sicuramente essenziale all’interno dell’investor deck è costituita dal financial plan che va a dettagliare tutte le assunzioni di business e le previsioni di revenue e costi.
Il documento deve contenere un numero di slide attorno alle 40, e un contenuto testuale esplicativo al fine di far comprendere a 360 gradi il progetto all’investitore.
Quali sono gli aspetti del business plan su cui gli investitori si focalizzano di più in fase di analisi di una startup in fase di avvio?
Gli aspetti da tener maggiormente in considerazione quando si va ad analizzare una startup sono in primo luogo il business model, molto spesso non chiaro sin dal momento iniziale ma che poi prende forma nel momento in cui si inizia la stesura del piano finanziario.
Rimanendo sempre sull’aspetto finanziario è determinante effettuare una valuation della propria realtà, essere consapevoli dell’effettivo valore della propria startup; sono vari i metodi che si possono utilizzare, tendenzialmente noi prediligiamo l’utilizzo di più indicatori in modo tale da poter considerare sia l’aspetto qualitativo e quello quantitativo e di ottenere dunque un valore preciso e insindacabile.
Infine, è importante avere un’execution plan ben definito per comunicare quanto si va a richiedere come investimento e di conseguenza come verrà investito il denaro richiesto.
Quali sono gli errori più comuni che vedete fare dagli startupper che creano il business plan in autonomia? E che consigli dareste per chi deve crearne uno?
L’errore più comune in cui cadono gli startupper in fase di realizzazione del business plan, è sicuramente quello di voler essere il più esaustivi possibile, perché si tende a riempire il documento di testo. In realtà è proprio il contrario, meno testo l’investitore trova sul business plan, più sarà invogliato a leggerlo, deve essere un documento intuitivo.
Un altro errore molto comune, è quello di creare dei dati superficiali o ancor peggio, inventati. Perché al momento della presentazione agli investitori si rischia di dimostrare impreparazione e nessun investitore crederebbe in un progetto se lo stesso founder non fosse in grado di esporlo in modo corretto e persuasivo.
Un altro errore a mio avviso molto comune e scorretto è quello di non calcolare una valuation. La valutazione è la parte di documento che ti blinda di fronte ad un investitore, determinando una valutazione si stabilisce la percentuale che poi sarà ceduta all’investitore.
Come funziona il vostro processo per la creazione di un business plan?
Il nostro processo di creazione del business plan è il seguente:
- Riceviamo una presentazione o comunque della documentazione dal cliente, eseguiamo un’analisi interna, eseguita dal nostro reparto di corporate finance. In base ai nostri criteri di selezione, si definisce se prendere in carico la startup o meno, in base al settore di appartenenza, alla scalabilità del progetto e soprattutto in base al nostro interesse.
- Una volta ricevuto un esito positivo da parte degli analyst, avviene la firma del contratto. Una volta firmato la startup viene messa subito in contatto con il corporate team e avviene una call conoscitiva al fine di raccogliere più informazioni possibili sull’idea di business; conclusa la prima call, i referenti del progetto, assieme al reparto, avviano i lavori.
- Si tengono delle call conoscitive una volta a settimana, al fine di aggiornare il cliente sul procedimento dei lavori, al contempo, verrà nominato un referente all’interno del team, tramite il quale rimarrete aggiornati costantemente.
Il tutto ha una durata di 60 giorni.
E terminato il business plan, cosa fa la startup?
Terminato il processo di creazione dei documenti, la startup passa al reparto deal flow, dunque sarà messa in contatto con il referente del reparto, il quale si occuperà di attivare lo scouting di investitori.
Prima di tutto, selezioneranno investitori competenti nel settore che si andrà trattare, a quel punto avviene l’invio della documentazione agli investitori selezionati (questo il motivo per cui si vanno a creare due pitch, quest’ultimo sarà più lungo e completo, in quanto l’investitore lo visualizzerà in autonomia).
Se il materiale inviato susciterà dell’interesse da parte di investitori del nostro network, avverranno gli incontri fisici, in cui le startup saranno chiamate a pitchare davanti agli investitori.
Conclusa la presentazione, se gli investitori sceglieranno di andare avanti con le startup, si arriva alla chiusura del deal.
Gli investitori, dal loro lato, tratteranno delle quote societarie, diluite in base alla valutazione della startup, determinata precedentemente.
Dal lato nostro, tratteniamo una success fee sull’investimento da voi ricevuto, sempre stabilita precedentemente.
Bene, siamo giunti al termine dell’intervista. Se vuoi, lascia un messaggio a chi segue Startup Geeks 🙂
Ragazzi continuate a supportare Startup Geeks perché anche grazie a loro si sta sviluppando l’ecosistema startup italiano e tutto il team di Starting Finance Deal crede fortemente nel loro lavoro. Giulia e Alessio sono in grado di trasmettere grinta ed energia a tutti gli aspiranti imprenditori del futuro.
Grazie per il lavoro che state facendo, continuate a supportarli.
L’intervista è terminata e se volessi approfondire direttamente con Starting Finance Deal, clicca il bottone qui sotto.
A presto!

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