Interviste per validare un’idea di business: cosa sono e come farle
Le interviste di validazione, assieme ai questionari di validazione, sono gli strumenti a tua disposizione per validare un’idea di business. Ti permettono di conoscere meglio i tuoi futuri clienti, i loro reali bisogni e le loro abitudini per creare un servizio o prodotto di successo.
In questa guida troverai tutte le informazioni e le istruzioni per formulare le interviste di validazione più utili allo sviluppo della tua startup. Iniziamo subito!
Indice dei contenuti
Cos’è un’intervista di validazione
Le interviste per validare un’idea di business sono interviste svolte con l’obiettivo di validare la coppia cliente-problema, ovvero verificare che il problema da te individuato è realmente presente nei consumatori, in modo tale da offrire una soluzione che abbia una reale domanda di mercato.
Il rischio che corre lo startupper decidendo di non fare le interviste di validazione è piuttosto grande. Immagina di spendere tutti i tuoi risparmi nello sviluppo del prodotto o del servizio, senza però aver verificato che qualcuno ne abbia davvero bisogno, cosa potrebbe succedere? La tua soluzione non verrebbe comprata, nessuno sarebbe disposto a pagare per averla e quindi il tuo investimento sarebbe sprecato.
Ecco cos’è un’intervista di validazione: una certezza in più che i soldi che investirai nello sviluppo saranno ben spesi.
Perchè fare un’intervista di validazione
Diventa chiaro quindi perché insistiamo così tanto sulle interviste di validazione e sulla validazione di un’idea più in generale. Ma oltre a salvarti da un bootstrapping (autofinanziamento) fallimentare, le interviste servono a molto altro.
Servono a capire se ci sono persone che soffrono del problema su cui vuoi lavorare, come e quanto lo percepiscono e se hanno già cercato di risolverlo. Inoltre un intervistato potrebbe farti notare un dettaglio al quale non avevi mai prestato attenzione. Non c’è cosa migliore del confronto per ricevere spunti utili su cui lavorare.
Insomma, l’intervista di validazione è il passaggio chiave per conoscere il problema e tutte le sue sfaccettature.
Come strutturare un’intervista di validazione
Vediamo come strutturare un’intervista per validare un’idea di business. Si tratta di un chiacchierata da cui prima di tutto vuoi ottenere informazioni chiare e precise sul problema che vorresti risolvere quindi deve essere strutturata proprio con questo chiaro obiettivo in mente.
Convenevoli
Nonostante il tuo obiettivo non sia magari quello di stringere nuove amicizie devi comunque sempre iniziare un’intervista con i convenevoli, mettendo a proprio agio l’intervistato. Se dovesse sentirsi a disagio potrebbe fornirti delle risposte non sincere.
Spiegazione del motivo dell’intervista
Subito dopo i convenevoli e prima di iniziare con l’intervista vera a propria, spiega il motivo per cui farai tutte queste domande. Attento però a non fornire alcun dettaglio sulla soluzione che stai ideando. Non sei lì per vendere il prodotto, vuoi solo conoscere meglio il problema e come viene affrontato.
Domande introduttive
Ora inizia a fare le domande, tuttavia non è ancora ora di sondare il problema. Fai qualche domanda introduttiva per conoscere demograficamente il tuo target di riferimento: genere, età, dove vive o altre domande che ti siano utili per identificare il tipo di cliente che hai davanti e quindi poter contestualizzare meglio le sue risposte.
Domande chiave
Questo è invece il cuore dell’intervista di validazione. Qui poni le domande specifiche sul problema e sulle abitudini di coloro che lo vivono. Attenzione a non fare domande al futuro, chiedi sempre e solo come l’intervistato si è comportato negli ultimi mesi. Non sarà così invogliato ad inventare.
Ottenere un commitment e saluti finali
Adesso che hai raccolto le risposte che ti interessano puoi chiudere l’intervista. Cerca però di ottenere un commitment, ovvero una dichiarazione di interesse sul tuo progetto. Per esempio potresti chiedere all’intervistato se vuole essere ricontattato in futuro per rimanere aggiornato sulle novità del tuo progetto (magari lasciandoti la sua email) o per partecipare ad un’altra intervista o se conosce qualcuno che potrebbe voler rispondere alle tue domande per aiutarti.
Non vi resta quindi che salutarvi.
Come trovare le persone giuste da intervistare
Una volta organizzata la struttura della tua intervista di validazione non ti resta che trovare le persone giuste da intervistare. Questa attività non è di certo facile, richiede tempo e molta pazienza, però una volta che ci sarai riuscito i vantaggi saranno evidenti.
Chi e quante persone intervistare
Per capire quali sono le persone giuste da intervistare per validare un’idea di business devi fare l’identikit dei tuoi potenziali clienti, la cosiddetta buyer persona. Saprai così con esattezza chi è il tuo target e quindi chi contattare, evitando di fare domande alle persone sbagliate.
Per quanto riguarda il numero di persone da intervistare non c’è un numero minimo o massimo da rispettare. Tuttavia secondo Steve Blank, colui che ci ha anche fornito la definizione di startup, bisognerebbe intervistare almeno 50 persone.
Dove trovare le persone giuste
Trovare 50 persone da intervistare potrebbe non essere facile tuttavia ecco alcuni consigli su dove farlo.
Prima di tutto devi stabilire quali sono i luoghi di incontro del tuo target. Se vuoi validare un problema legato al fare la spesa potresti andare in un supermercato, se invece il tuo target sono gli appassionati di vetture sportive potresti recarti ad un salone d’auto.
Ecco quindi che alla domanda “dove trovo le persone da intervistare?” potremmo rispondere un po’ ovunque: per strada, alle fiere, agli eventi, nei gruppi Facebook, nelle community online oppure tramite i filtri o il Sales Navigator (a pagamento) di LinkedIn, l’importante è aver capito quale di questi è il posto preferito del tuo target e quindi dove puoi avere maggiori probabilità di trovare le persone giuste da intervistare. Non dimenticare che anche i tuoi conoscenti potrebbero introdurti alle persone giuste da intervistare, quindi contatta i tuoi amici/colleghi/parenti (in base alle persone che stai cercando) e chiedigli se conoscono qualcuno che potrebbe fare al caso tuo.
Come contattare le persone da intervistare
Una volta che hai anche individuato i luoghi di aggregazione non ti resta che contattare il tuo target per organizzare un’intervista di validazione. Per fare questo potresti farti introdurre da conoscenti, scrivere una email di contatto oppure scrivergli su LinkedIn. Vige il buon senso, ma evita Whatsapp o altre modalità troppo informali.
Suggerimenti per fare al meglio le interviste di validazione
Sarà banale, scontato, evidente, ma l’incapacità di risolvere un problema o di soddisfare un bisogno è una delle principali cause di fallimento delle startup.
Ebbene sì: spesso si fallisce perché il proprio prodotto o servizio è inutile al mondo (o ai più, se vogliamo essere meno categorici).
Ci sono delle persone (o delle aziende) disposte a pagare per aggiudicarsi il nostro prodotto o il nostro servizio?
Questa è la domanda dalla quale bisogna partire.
Questa è la domanda a cui dare risposta prima di “aggredire il mercato”, ovvero prima di farsi troppo male e di arrivare a quel punto in cui pivottare o tornare indietro sarebbe impossibile.
Problem e customer sono i due pilastri fondamentali sui quali costruire il proprio business e sono quindi i due aspetti da validare il prima possibile.
In questo articolo spiegheremo come l’uso delle interviste possa essere di supporto in fase di validazione per avviare una startup.
Get Out of The Building
Validare è ricevere dei feedback.
Validare è applicare il buon vecchio “metodo scientifico” in cui, agendo per confutare delle ipotesi, si arriva alla conclusione logica.
Partire dal prodotto o dal servizio è, semplicemente, troppo rischioso. Partire dal problema, vestendo i panni dei clienti, è l’approccio giusto.
Per dirla alla Steve Blank: “Get Out of the Building” che possiamo tradurre in: non appena sono chiare le ipotesi di base (per razionalizzarle puoi utilizzare la Javelin Board) lascia il tuo ufficio e vai a parlare con i potenziali clienti per capire se il problema che vuoi risolvere è veramente sentito e per capire se la soluzione che proponi è davvero quella giusta.
Ma come devono essere gestite le interviste? Chi bisogna intervistare? Che metodo si dovrebbe seguire?
Ecco qualche consiglio utile.
Fai le interviste il prima possibile
Non aspettare di avere un prodotto pronto, né di avere un MVP funzionante. Consolida alcune ipotesi di base (bisogno, target clienti..) e poi esci dall’ufficio e inizia a fare interviste. Per definire le idee di base puoi compilare un lean canvas o utilizzare la Javelin Board, tools in grado di chiarirti le idee e mettere nero su bianco le ipotesi necessarie per partire.
Ricorda che stai intervistando, non interrogando
Alzi la mano chi non ha mai subito un’intervista che aveva tutta l’aria di essere un interrogatorio. Ecco, meglio evitare.
Conduci l’intervista in maniera informale, lasciando l’interlocutore nella sua zona di confort, evitando l’effetto poliziotto / colpevole. Perché non davanti ad un caffè per esempio? Magari lasciando scegliere all’intervistato la location più comoda in funzione dei suoi spostamenti, dei suoi gusti o della sua disponibilità.
Iniziare col piede giusto è fondamentale.
Qualità o “scalabilità”? Questo è il dilemma
Meglio poche interviste (alle persone giuste, ponendo le domande giuste) o raccogliere 350 Survey in pochi giorni?
Rispondiamo subito alla domanda: in questa fase meglio la qualità rispetto alla quantità. Tieni alta la qualità prediligendo interviste piuttosto che questionari. L’obiettivo non è la scalabilità delle informazioni raccolte, ma la loro qualità.
Poni le domande giuste nel modo giusto
L’intervista dovrebbe seguire uno schema logico atto a confutare o validare le ipotesi a monte della tua idea innovativa (prima fra tutte il problema che pensi possa affliggere gli intervistati).
L’obiettivo non è chiedere alle persone se gli piace la soluzione che hai in mente, ma cercare di capire se hai imboccato la strada giusta. Non dovrai parlare mai della tua idea, né tantomeno dovrai cercare di vendere la soluzione preconfezionata che hai pensato.
Ascolto è la parola chiave da applicare in questa fase.
Altro aspetto fondamentale: cerca di individuare il binomio problema / soluzione senza chiederlo direttamente. Spesso le persone non riescono a focalizzare un problema così chiaramente da riuscire a parlarne, tantomeno una possibile soluzione (che spesso neanche esiste ancora). Su questo aspetto val la pena ragionare su una celebre frase attribuita a Ford: “Se avessi chiesto ai miei clienti cosa avessero voluto, la loro risposta sarebbe stata: cavalli più veloci”.
Poni delle domande aperte che possano mettere a proprio agio gli intervistati e che garantiscano la massima libertà di espressione, così da cogliere eventuali suggerimenti e spunti utili e ponendo il focus non solo sulla risposta ma anche sull’atteggiamento dell’intervistato.
Ricordati di annotare tutto quello che viene detto dall’intervistato, non ciò che pensi possa significare.
Un altro piccolo consiglio? Evita di porre domande al futuro. Domande come: quanto pagheresti per una soluzione che possa risolvere il problema X? Se ci fosse un prodotto che …? Al bando le ipotesi, le proiezioni e tutti i “se” futuri. Impostando l’intervista in questo modo correresti il rischio di spostare il focus sulla soluzione (e sulla validazione della stessa) e non sul binomio cliente / problema. Inoltre il futuro “annebbia” la lucidità delle persone (quanto è facile dire: se esistesse un prodotto che risolvesse tal problema lo userei sicuramente … sarei disposto a pagare anche X … ecc…).
Non trasformare il tutto in un inutile chiacchierata
La durata dell’intervista è un altro aspetto fondamentale da considerare, sia nella fase di preparazione delle interviews sia nella fase di esecuzione (preparare 150 domande aperte, oppure divagare parlando per 20 minuti di sport rischia di portarti fuori strada rispetto l’obiettivo).
L’intervista dovrebbe essere tale da garantirti il risultato prefissato senza scadere in un inutile chiacchierata.
Prevedi una durata compresa tra i 15 e i 25/30 minuti e cerca di rispettare l’obiettivo prefissato.
Conduci l’intervista di persona
Le interviste telefoniche permettono un risparmio di tempo ma nascondono delle insidie: l’intervistato sta dedicando la giusta attenzione alle tue domande? Gesti ed espressioni contraddicono le risposte? L’intervistato appare annoiato o scarsamente interessato?. Prediligi quindi le interviste condotte di persona, tenendo buone le altre opzioni solo se non puoi proprio farne a meno.
La comunicazione verbale è solo uno dei dati utili derivanti dall’intervista. Assicurati di osservare il linguaggio del corpo della persona, trascrivendo eventuali spunti derivanti dal contesto o dalla comunicazione non verbale.
Interviste di gruppo o meglio a singole persone?
Sarò banale e forse un po’ scontato ma: dipende!
Solitamente è meglio intervistare una persona alla volta, evitando gruppi di persone intervistati contemporaneamente. Bisogna evitare di ottenere feedback “falsati” da dinamiche di gruppo non controllabili (ansia, influenza reciproca tra le persone ecc…).
Questo è vero a meno che il nostro prodotto / servizio non risponda a problemi specificatamente legati a gruppi di persone. In tal caso intervistando un soggetto alla volta beneficeresti del suo solo punto di vista, cosa che non ti permetterebbe di ascoltare la voce di tutti, ponderando le opinioni diverse e valutando quelle dinamiche che nel primo caso è meglio evitare.
Esempio di intervista per validare un’idea di business
Possibile problema/idea:
Sei al ristorante con gli amici. Una/un vicina/o di tavolo si è convertita/o al “veganesimo” e si sta lamentando del fatto che il ristorante non è adatto alle sue scelte alimentari. Inoltre espone dati su dati a dimostrazione del fatto che le persone vegane sono in costante aumento: “…vedrai da qui a qualche anno”.
Ti chiedi perché non abbia usato un ‘app per trovare un ristorante vegan-friendly. Ipotizziamo di essere tornati indietro di qualche anno, non esistono ancora app di questo tipo.
Perché non approfondire quest’idea?
Le domande base
Come potremmo struttura un’intervista utile che ci porti a validare problema e il potenziale cliente? Impostiamo 4 domande base, dalle quali partire per esplorare il problema (e il possibile cliente) e per capire se vale la pena approfondire l’idea.
1. Qual è l’aspetto più complesso che, come vegana/o, incontri nel mangiare fuori casa?
Se formulata correttamente la prima domanda ti darà spunti molto interessanti sul problema che hai ipotizzato. Non anticipare il problema all’intervistato, ma lascia che sia lui a parlartene. Come?
- Evita domande del tipo: “Perché è così difficile trovare un ristorante vegano in città?”
- Evita anche domande troppo generiche, del tipo: “E’ difficile essere vegani oggi?”.
E se il problema da te ipotizzato non fosse evidente magari l’intervistato ti fornirà lui stesso altri problemi da esplorare …
2. Con che frequenza ti capita di trovare ristoranti, bar, negozi non adatti ai vegani?
Ecco un indicatore utile. Se la risposta, da più persone, è: “è la prima volta che mi capita in tanti anni”, forse val la pena lasciare perdere.
3. Cos’hai fatto per risolvere questo problema?
Da questa domanda otterrai spunti utili su eventuali competitors o su soluzioni migliorabili e dalle quali prendere spunto. Poni la domanda concretamente e prendi nota dell’esperienza dell’intervistato.
Evita domande del tipo: “Cosa faresti per risolvere questo problema”.
Come dicevamo in apertura l’intervistato potrebbe non saper nemmeno rispondere a questa domanda.
4. Cosa non ti è piaciuto delle soluzioni che hai adottato?
Ecco dove possiamo differenziarci e creare valore. Magari un app già c’è, ma non puoi cercare i ristoranti in funzione della città (o in base al menù o al prezzo).
Approfondisci
Superato lo step delle domande base (c’è ancora tempo a disposizione?) approfondisci con altre domande tipo:
1. Quanto spendi attualmente e quanto hai speso in passato per risolvere il tuo problema?
Ricordati di porre la domanda al passato evitando di ottenere feedback inutili o fuorvianti. Applicando la fantastica teoria dei se e dei ma tutti sarebbero disposti a spendere la qualunque per risolvere i propri problemi. Ma è veramente così?
Evita domande del tipo: “Quanto saresti disposto a spendere per risolvere il tuo problema?”.
2. Ci sono altre soluzioni che hai sperimentato per risolvere il problema, se si potresti parlarmene?
3. Dove trovi informazioni in merito a tutto ciò che è Vegan-Friendly?
Conclusione
Bene, con questo articolo spero di averti fornito molti spunti utili per migliorare il modo in cui fai le interviste per validare un’idea di business, ora non ti resta che “uscire dal palazzo” e andare a parlare con i tuoi potenziali clienti!
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Mi avvicino al mondo delle startup come startupper mancato, ed in seguito come mentor, cercando di trasferire la mia esperienza lavorativa, la mia forma mentis ingegneristica (contaminata da un MBA, da corsi in ambito business, dal percorso executive per diventare mentor offerto da Polihub ecc…) e la mia consapevolezza di non sapere (che fortunatamente fa rima con una costante voglia di imparare) alle startup.