Intervista a Lorenzo Baracco: Co-Founder e COO di Climby

Intervista Lorenzo Baracco copertina

Climby è una startup cha ha lanciato l’app per il tuo upgrade nell’arrampicata, sia indoor sia outdoor: tutto ciò di cui hai bisogno per migliorare nel modo più smart, veloce e semplice grazie a video-tips, social logbook, training performance e informazioni customizzate per l’outdoor.

 

Partiamo ora con l’intervista!

Lorenzo, ci vuoi raccontare come è nata l’idea alla base di Climby, in che momento e da parte di chi?

Certo: l’idea di Climby è nata diverso tempo fa – nel 2019 – da Andrea, proprietario di Escape (una delle principali palestre di arrampicata di Torino), atleta e istruttore.

Tutto è nato dalle esigenze che Andrea stesso riscontrava nel suo lavoro e infatti inizialmente il focus era diverso, il progetto si rivolgeva maggiormente a chi cercava un supporto nella preparazione fisica (in particolare, si considerava principalmente un target interessato a ottenere performance di un certo livello e non solo “fitness”) e vi era un forte legame con gli allenatori (un altro target molto importante in quel momento).

Inoltre, in modo complementare a questi aspetti legati all’indoor, l’outdoor era una componente di pari importanza.

 

Come descriveresti ora Climby in poche parole?

In due parole, la Mission di Climby ora è quella di “rendere l’arrampicata alla portata di tutti”; come è evidente, il focus è diverso da quello iniziale: in fase di validazione (durante il Builder) abbiamo compreso come fosse molto più interessante concentrarci su tutti coloro che si affacciano a questa disciplina, aiutandoli a iniziare ad arrampicare e migliorare nel tempo. In ogni caso, però, diamo supporto anche a chi ha già un livello intermedio (fino a medio-alto), nell’imparare sempre qualcosa di nuovo.

La modalità con cui facciamo tutto ciò è un’applicazione che fornisce all’utente contenuti “didattici” con un format specifico: usiamo “video-tips” di 15-20 secondi (arricchiti di motion graphic e testo) per insegnare i singoli movimenti dell’arrampicata – sono video pensati per essere usati direttamente in palestra.

Non si tratta però di “video-corsi” che vanno da A a Z: l’obiettivo è suggerire i movimenti che l’utente deve provare per progredire, step-by-step, in base al suo profilo (capacità, preferenze, risultati già raggiunti e così via) e alla palestra in cui è (in modo che possa subito mettere in pratica ciò che ha visto, metabolizzarlo e impararlo davvero).

Al di là di ciò – che è il core dell’offerta B2C – offriamo altri servizi che non sono “innovativi”, ma risultano complementari e di supporto a questo, sia B2C (come il “diario personale” per l’indoor), sia B2B (come la gestione delle gare e dei blocchi di sala). Infine, stiamo ragionando su altri aspetti B2B che coinvolgano i brand del settore: crediamo ci sia del potenziale, ma è un campo che abbiamo iniziato a esplorare solo molto di recente.

 

Cosa o chi vi ha spinto, partendo da quell’idea, a voler creare una startup e quindi a partecipare allo Startup Builder?

Direi, il fatto di “scontrarci con la realtà”: l’idea era nata da Andrea (che aveva anche già fatto sviluppare una prima app), poi lui mi ha coinvolto per avere supporto su alcuni punti, ma mi sono reso conto che avevamo bisogno di approfondire molti temi (in parte già “sentiti” ma difficili da tradurre nel concreto e in parte che ci mancavano del tutto).

Personalmente sono sempre stato affasciato da questo mondo – quelle delle startup – e quindi ho colto la palla al balzo per suggerire di approcciarci a questo progetto in quest’ottica, a partire da un percorso di incubazione.

La scelta dello Startup Builder è stata dettata da una serie di fattori e “coincidenze”: il fatto che sia un percorso full remote e molto flessibile, il valore della formazione erogata e l’approccio a sprint con tempistiche definite e “check” sui deliverable – oltre alle testimonianze molto positive di chi aveva già concluso il percorso – penso siano stati gli elementi determinanti per la scelta.

 

Che aspettative avevi riguardo la partecipazione allo Startup Builder e com’è andata in relazione a tali aspettative?

Inizio riportando la risposta data all’epoca a questa stessa domanda nel form di candidatura: mi aspettavo di definire e validare la proposta di valore e il business model, di ottenere formazione e mentorship di qualità e documenti (BP, FP e pitch deck) per presentarci efficacemente ad angels e acceleratori; e poi mi aspettavo qualche nottata insonne.

Oggi posso dire che tutte le mie aspettative sono state rispettate e, anzi, in gran parte superate: ciò che ho campito e imparato in quei tre mesi è stato davvero fondamentale e all’epoca non immaginavo quanti aspetti da approfondire ci sarebbero stati, sia a livello “pratico-operativo”, sia di “approccio e mentalità”.

Ad esempio – oltre a tutti i temi formativi affrontati nel percorso – non mi aspettavo di pivottare nelle prime settimane ma è stato un passo fondamentale, non avevo idea di quanto valore mi avrebbe portato il giusto networking e non immaginavo che – a posteriori – avrei “amato” le scadenze serrate del Builder.

 

So che avete stretto un bel rapporto con il vostro mentor Giorgio, cosa pensate che un mentor possa dare ad una startup in fase di Validazione?

Sì esatto, ci siamo trovati subito bene con Giorgio (persona iper disponibile e competente).

A mio avviso, almeno per la nostra esperienza, il mentor è quella figura fondamentale che porta esperienza e conoscenze più ampie e complementari a quelle del team, focalizzandosi su temi strategici; ma ancor più, forse, è colui che ti aiuta a guardare al progetto con una prospettiva diversa, dall’esterno.

Probabilmente è scontato, ma un punto di vista esterno (soprattutto se di una persona con esperienza) aiuta spesso a “sbloccarti” quando sei in una situazione in cui ti sembra di girare intorno agli stessi punti (ragionando sempre con gli stessi membri del team) senza trovare una soluzione soddisfacente.

 

Avete creato una prima versione del vostro MVP. Da una prima validazione dell’idea quanto tempo ci è voluto per sviluppare un MVP?

Penso sia difficile dare una risposta corretta a “quanto tempo ci è voluto”.

Ora mi spiego meglio: per la prima versione dell’MVP ci è voluto circa un mese dalla fine del Builder (considerando che abbiamo come socio PCM, una software house), però è più che altro un processo; cioè quella prima versione era una web-app che includeva praticamente solo lo stretto indispensabile per testare una funzionalità core, ma a distanza di un altro mese abbiamo introdotto, ad esempio, la primissima versione della gestione della classifica delle gare; e così via.

Ce lo avete sempre detto anche voi (e non solo) che è fondamentale avanzare a piccoli step per testare, capire e affinare (o modificare anche in modo sostanziale) il prodotto, ma penso che finché non passi personalmente da queste fasi non realizzi quanto sia davvero importante.

Col senno di poi, per certi versi su alcune cose abbiamo avuto troppa fretta di sviluppare un MVP fin troppo avanzato: se tornassi indietro, ragionerei maggiormente come se non avessimo PCM come socio e dovessimo “arrangiarci” da soli, perché penso che spesso si possano trovare modalità più quick & dirty per testare a basso costo e velocemente certe assunzioni.

Per altro, in realtà è proprio quello che ci accingiamo a fare: ovviamente non sappiamo ancora quanto sarà efficace, ma vorrei testare alcune cose semplicemente tramite una chat di Telegram e dei video girati col telefono, senza scrivere una riga di codice e senza usare tool di automazione avanzati, perché l’obiettivo in questo caso sarà comprendere quanto sia il valore della “formazione” erogata, al di là della modalità con cui viene servita all’utente (fermo restando però che gli aspetti di personalizzazione sul profilo utente sono imprescindibili e saranno fatti manualmente da noi, invece che automatizzati con algoritmi ad hoc).

Detto ciò, però, ci tengo a precisare che il valore di avere PCM come socio per noi è altissimo: ad esempio, di fatto ci ha permesso di avere in brevissimo tempo un prodotto già robusto per la gestione delle gare, che ci ha consentito di entrare in contatto con molte palestre e farci notare dalla storica rivista Pareti.

 

Dopo lo Startup Builder siete entrati in un altro percorso di incubazione, quanto ha impattato questo sulla vostra crescita?

Sì esatto, a seguito del Builder siamo stati “trovati” da i3P (forse grazie al Pitch Day), con il quale abbiamo iniziato un altro percorso, molto diverso ma complementare e di grande valore: a differenza del Builder, le attività fatte con i3P sono più puntuali, focalizzate su aspetti specifici di cui la startup ha bisogno in quel momento, e protratte per tempi più lunghi.

Nel nostro caso, grazie a loro abbiamo ridefinito tutto il Financial Plan in modo molto più preciso (cosa che ovviamente in due settimane di sprint non era possibile), abbiamo rimesso in discussione alcuni aspetti della go-to-market e del business model (grazie anche alla validazione che nel mentre stavamo portando avanti) e abbiamo avuto importanti occasioni di networking (come la recente partecipazione al We Make Future). Infine ci ha dato supporto nella negoziazione di un Terms Sheet e ora abbiamo iniziato a vagliare una lista di altri possibili investitori.

 

Quanto è importante far parte di una community, come quella di Startup Geeks, per confrontarsi quotidianamente con altri founder?

Far parte di una (o, meglio ancora, più) community del mondo startup penso sia fondamentale per diverse ragioni (o quantomeno lo è per me).

Da un lato, è un modo per non sentirsi “soli” (e in tal senso avere la community di Startup Geeks a portata di click è fantastico) e avere modo di discutere di tematiche di interesse comune con persone che – in vario modo e a diversi livelli – “parlano la tua stessa lingua” (cosa non scontata nel momento in cui si “esce” dal mondo startup).

Dall’altro, il confronto, lo scambio di idee, i suggerimenti e i punti di vista di altre persone sono fondamentali per capire man mano come migliorare in tutti gli aspetti (in questi mesi ho ricevuto davvero tanti consigli utili, sia su prodotto e modalità di test, sia su business model, go-to-market e rapporto con investitori ad esempio).

Infine, partecipando in modo attivo agli eventi delle community si possono fare incontri davvero interessanti, contatti che magari non servono da subito ma da poter triggerare al momento opportuno.

 

Quali sono le sfide nell’attrarre investitori per un progetto in fase pre-seed? Come le avete superate?

Questa è una domanda difficile e premetto che, a dire il vero, non ho una risposta completa perché per il momento non abbiamo ancora fatto un round: avevamo pensato di fare un pre-seed di taglio basso dopo il Builder, ma avendo abbastanza competenze interne per poter iniziare senza investire in risorse esterne, abbiamo optato per questa via. Nel mentre però abbiamo interloquito con angels e acceleratori, ci siamo confrontati con altre startup e consulenti, e ciò che abbiamo capito è che – soprattutto in Italia – ricevere investimenti in una fase molto early non è facile.

Per ora siamo giunti alla conclusione che è più facile ottenere investimenti dagli acceleratori (o prima ancora tramite friends & family), ma che per avere modo di negoziare condizioni davvero favorevoli conviene avere traction di fatturato (e non solo di utilizzo). E forse questo è ancor più vero per i business principalmente B2C, dove però spesso è più difficile ottenere questa traction senza un prodotto ben sviluppato e che, per altro, sono per definizione capital intensive.

Quindi, come pensiamo di superare queste difficoltà?

Come accennavo prima, testando nel modo più economico e veloce possibile gli aspetti chiave del B2C su cui abbiamo dei dubbi (sia lato prodotto che go-to-market), investire in seguito un po’ di più su un MVP più avanzato per poter ottenere i primi clienti paganti e costruire in parallelo una community inizialmente piccola ma “solida” che ci aiuti a testare, che possa diventare ambassador del progetto e che, crescendo, diventi una leva per interloquire meglio con attori B2B (palestre e brand).

 

Quali sono le priorità per i prossimi mesi?

Collegandomi alla domanda precedente, sicuramente validare meglio il B2C per arrivare ad avere utenti paganti, costruire la community e prepararci ad un round; inoltre, vorremmo iniziare a lavorare su alcuni aspetti B2B che non abbiamo ancora approfondito, ma che potrebbero portare a risvolti molto interessanti (se in parallelo funziona il B2C), come le relazioni con i brand di settore.

 

Un consiglio da dare ad aspiranti startupper?

Domanda davvero difficile, ci sono un sacco di cose che non immaginavo e avrei voluto sentirmi dire da qualcuno quando ho iniziato questo percorso; forse ciò che però mi sentirei di suggerire maggiormente è questo: tante volte – giustamente – ho sentito dire che bisogna innamorarsi del problema, e non della soluzione; però – quantomeno per me – è ancor più importante essere innamorati del percorso.

Cioè, in altre parole, è davvero utile avere una Mission chiara (talvolta difficile da definire all’inizio), avere degli obiettivi a cui tendere (sia in relazione al progetto, sia personali) e una meta da raggiungere; ma comprendere e amare il “viaggio” penso sia la cosa in assoluto più importante; ci sono molte cose che ti troverai a fare e rifare più volte (e spesso ti porteranno fuori dalla tua comfort zone) e ciò che ti permette di non demordere quando non tutto va come previsto è avere la consapevolezza del percorso che stai seguendo e “amarne ogni fase” – d’altronde, Steve Blank definisce l’attività dello “startupper” (o aspirante tale), in modo eloquente, non come un lavoro ma come una vocazione.

Penso sia qualcosa di davvero difficile da comprendere e accettare da parte di chi non conosce questo mondo, ma ritengo sia la chiave per vivere questa avventura nel modo migliore. Quindi, in sintesi, direi non focalizzarti solo sulla meta, ma “ama il viaggio”, momento dopo momento!

 

Conclusione

Questa era la nostra ultima domanda per Lorenzo. Approfondire la sua storia da startupper è stato per noi un immenso piacere e una conferma, ancora una volta, del valore della formazione e del networking.

Se vuoi approfondire come noi di Startup Geeks possiamo aiutarti a lanciare la tua idea imprenditoriale, puoi cliccare il bottone qui sotto.

A presto!

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