MVP (Minimum Viable Product): cos’è e come crearlo
L’MVP (acronimo di Minimum Viable Product) è spesso la prima versione di prodotto o servizio sviluppato da una startup che vuole validare la propria idea di business.
In questo guida ti spieghiamo cos’è esattamente un MVP, come crearne uno e diversi esempi di successo.
Partiamo!
Indice dei contenuti
Cosa significa e cos’è un MVP (Minimum Viable Product)
Prima di tutto, la teoria.
Minimum Viable Product può essere tradotto in italiano come Prodotto Minimo Funzionante.
L’MVP è quindi a tutti gli effetti una prima versione del prodotto o servizio finale che l’azienda o la startup sta sviluppando.
Immagina di voler vendere scarpe online (e di essere sulla fine del secolo scorso quando ancora nessuno lo faceva).
Tuttavia non hai alcuna certezza che possa davvero funzionare e comprare centinaia di scarpe e poi non riuscire a venderle sarebbe un problema.
Decidi perciò di creare una vetrina online di scarpe e ogni volta che ricevi un ordine ti rechi dal rivenditore ufficiale, compri le scarpe e poi le spedisci all’acquirente online.
Questo sarebbe un esempio perfetto di creazione di un MVP personalizzato, ovvero una versione minima ma perfettamente funzionante del tuo prodotto o servizio (e lo è davvero, questa è la storia di come è nato Zappos 😉).
Ma qual è lo scopo di tutto questo? Perché non creare direttamente il prodotto finale?
Qual è lo scopo di un MVP di una startup
Un po’ lo dovresti già aver intuito.
Lo scopo principale di un Minimum Viable Product è validare un’idea di business spendendo pochi soldi e sprecando poco tempo.
Se da una parte questo passaggio potrebbe sembrare superfluo, non lo è affatto.
Immagina infatti, riprendendo l’esempio sopra, di comprare migliaia di scarpe prima ancora di aver testato l’idea della tua startup.
Considerando che un paio di scarpe costa mediamente 100€, avresti investito 100.000 € senza nessuna garanzia di successo.
Contrariamente, creando l’MVP avresti “perso” qualche ora per creare il sito e poco altro.
E ciò ci collega al prossimo argomento.
Costi e tempi di realizzazione di un Minimum Viable Product
La facilità e la velocità di esecuzione di un Minimum Viable Product sono intrinseche nella sua definizione.
Per questo motivo un MVP dovrebbe costare sempre meno di 1000 € se fatto autonomamente o 5000 € se realizzato da un’agenzia esterna.
Parallelamente, la durata di realizzazione non dovrebbe superare il mese.
Ovviamente queste sono indicazioni e in quanto tali variabili a seconda delle necessità e delle complessità.
Tuttavia realizzare un MVP non dovrebbe mai essere troppo costoso o lungo.
Ecco come assicurarsi che ciò accada veramente.
Come realizzare un MVP?
Creare o realizzare un Minimum Viable Product non è cosa facile.
Seppure costi poco e tutto sommato sia un prototipo non significa che debba essere preso alla leggera.
Per questo motivo possiamo individuare tre fasi nella sua realizzazione:
- Ideazione e creazione;
- Lancio sul mercato;
- Analisi.
Vediamole più nel dettaglio.
Ideazione e creazione
Come per qualsiasi prodotto venga immesso sul mercato bisogna prima avere bene in mente un progetto.
Progetto che in realtà è già partito e per il quale sono già stati raccolti diversi dati.
Durante le interviste e i questionari di valutazione viene infatti analizzato il problema che si vorrebbe risolvere.
È proprio da qui che nasce il nostro MVP, qual è la funzionalità chiave per risolvere il determinato problema?
Per esempio se volessi vendere scarpe online (tornando sempre all’esempio di inizio articolo) il tuo MVP dovrebbe almeno possedere un piattaforma online di acquisto.
Dopo che hai bene in mente quali sono le funzionalità minime, non ti resta che procedere alla creazione del Prodotto Minimo Funzionante.
Qui tutto dipende dalla complessità della tua idea.
Creare un ecommerce di scarpe è sicuramente più semplice rispetto a creare un’infrastruttura Cloud (ma tra poco ti facciamo vedere che anche in questo caso una soluzione c’è).
Una volta creato l’MVP (in fondo all’articolo trovi una serie di tool e software per farlo) non ti resta che effettivamente farlo usare dalle persone.
Lancio sul mercato
Questa fase è molto delicata.
Anche avendo il prodotto più interessante e innovativo del mondo, potresti, per esempio, scegliere il momento sbagliato.
Immagina infatti di voler lanciare un MVP che permetta alle persone di prenotare gite fuori porta e da un giorno all’altro scoppia una pandemia che ci obbliga tutti a casa.
Ovviamente questo esempio è estremo e soprattutto poco prevedibile.
Indubbiamente rimane l’importanza di analizzare a fondo il mercato per individuare il giusto pubblico a cui presentare il tuo MVP e tutta una serie di accortezze tipiche della go to market strategy.
Una volta lanciato il prodotto minimo, non ti rimane che l’ultima fase: analizzare il comportamento degli utenti.
Analisi
L’MVP d’altronde nasce per guidarti nello sviluppo, che viene subito dopo, del prodotto o servizio vero e proprio.
Per procedere devi quindi comprendere se e come gli utenti hanno apprezzato la tua soluzione.
Ci sono delle migliorie da applicare? Ci sono delle mancanze evidenti?
Tutto questo deve essere tracciato tramite tutti quei tool di analisi dei dati che possono essere implementati in un sito o in un’app e che tra poco vedremo.
Non prima però di aver presentato le tipologie e altrettanti esempi di Minimum Viable Product.
Tipi ed esempi di Minimum Viable Product
I Minimum Viable Product possono essere suddivisi in 7 categorie.
Approfondiamole.
CORE FEATURE
In questo caso il Minimum Viable Product consiste in una versione limitata del prodotto finale (quello immaginato dall’imprenditore o imprenditrice).
Qui infatti il prodotto o servizio possiede un’unica funzionalità, quella fondamentale o core (da cui appunto prende il nome), cosa che riduce drasticamente i costi di realizzazione.
Qualora poi l’MVP desse esiti positivi è possibile aggiungere ulteriori funzionalità.
Fresco Frigo per esempio ha proprio usato questo metodo per validare il proprio servizio. All’inizio permetteva infatti di aprire il frigo con l’app/carta/badge ma non effettuare alcun tipo di transazione.
VIDEO DEMO
Prima anticipavamo che qualora lo sviluppo dell’MVP fosse molto complesso (come un’infrastruttura Cloud) ci poteva comunque essere un soluzione.
Stavamo parlando del video demo.
In questo caso il prodotto non esiste ma lo si mostra tramite un mockup video.
Così facendo Dropbox ha raccolto oltre 70.000 iscritti alla propria lista d’attesa.
Ecco il video demo che hanno realizzato:
MAGO DI OZ
Proprio come farebbe il Mago di Oz, qui il segreto è giocare sulle impressioni.
In poche parole il lavoro dietro le quinte è completamente manuale ma si dà al cliente l’impressione che sia tutto automatizzato.
Così ha fatto il founder di Zappos che abbiamo già citato e il founder di Feat Food.
Quest’ultimo, dopo aver ricevuto un ordine online, chiamava il ristorante e lui stesso andava in giro in scooter per spedirlo a Lecce.
CONCIERGE
Simile al Mago di Oz ma diverso per user experience.
In questo caso viene simulato un servizio automatico ma il cliente sa che sta interagendo con un umano.
Il Founder di Traslochino aveva così creato due gruppi facebook, uno per chi si offriva di aiutare per i traslochi e uno per chi cercava aiuto. Il founder incrociava domanda e offerta manualmente.
PIECEMEAL
Come se stessi creando un Puzzle, potresti sviluppare il tuo MVP prendendo diversi tool e software già disponibili e integrarli assieme.
Si tratta forse dell’MVP più diffuso anche perché potenzialmente a costo zero.
Addirittura Groupon è stato validato così.
Il sito, inizialmente, è stato creato con WordPress, i coupon con FileMaker e le email gestite con Apple Mail.
CROWDFUNDING
Anche il Crowdfunding potrebbe funzionare come MVP.
Esistono infatti diverse piattaforme (tra cui Kickstarter e Indiegogo) che ti permettono di pre-vendere un prodotto ad un prezzo più basso per raccogliere i fondi e poi svilupparlo.
Qualora la campagna vada bene vuol dire che il prodotto o servizio interessa davvero a qualcuno.
Per esempio Storie della buonanotte per bambine ribelli ha dato via ad una campagna che si è rivelata la più finanziata di sempre per un libro. 675.000 $ da oltre 13.000 persone.
PITCH DECK + SLIDES
Infine è anche possibile validare una soluzione anche tramite un pitch deck.
Un po’ come il video demo ma statico e presentato direttamente dal founder di fronte agli investitori.
Questa tipologia di MVP si adatta particolarmente a tutte quelle soluzioni particolarmente complesse da sviluppare tramite un prototipo tradizionale.
Qualora gli investitori riservassero feedback positivi o decidessero di investire nella tua startup potresti dire di aver sviluppato un MVP di successo.
Detto questo non ci rimane che capire come effettivamente realizzare un MVP digitale, ovvero quali tool e software utilizzare.
Tool e software per la realizzazione di un MVP
Per creare un MVP c’è davvero vastissima scelta.
Abbiamo perciò selezionato i tool più diffusi e soprattutto li abbiamo suddivisi in tre categorie:
- per la progettazione;
- per lo sviluppo vero e proprio;
- per il tracciamento delle performance.
Partiamo dalla progettazione.
Tool per la progettazione di un Minimum Viable Product
Per progettare un MVP è spesso consigliato partire dai wireframe, ovvero una sorta di disegno progettuale dell’infrastruttura.
Questi ti saranno utili per non perdere di vista l’elemento minimo del prodotto.
Ecco i software che puoi utilizzare:
Una volta fatti i wireframe puoi passare allo sviluppo vero e proprio.
Tool per la creazione dell’MVP
Sviluppo che può essere completato tramite i seguenti tool.
Questi sono quelli adatti per la creazione di un sito web o di una piattaforma online:
- Webflow
- Macaw
- Bubble.io
- WordPress, clicca qui per abbonamenti per il supporto su WordPress con modifiche illimitate.
Se invece vuoi creare una più semplice landing page, utilizza questi:
Qualora invece volessi aprire un e-commerce ci sono i famosi:
- Shopify
- WordPress + Woocommerce
- Wix
E infine, per sviluppare un’app per smartphone puoi utilizzare:
Però come dicevamo, parte importante di un MVP sono i tracciamenti.
Ecco come fare anche questi.
Tool per il tracciamento dell’MVP
Una volta creato il tuo MVP devi capire quanto sta piacendo alle persone che lo utilizzano.
Il tuo compito è quello di tener traccia di alcune metriche importanti per il tuo particolare prodotto e per il tuo particolare modello di business.
Con i seguenti tool tutto il processo di tracking e monitoraggio sarà più semplice:
- Hotjar, che ti permette di realizzare delle mappe di calore sul tuo sito web.
- Pixel di Facebook, da impostare se si ha intenzione di avviare delle campagne di retargeting su Facebook Ads.
- Google Analytics, per monitorare il traffico generato sul tuo sito web;
- Google Tag Manager, per racchiudere tutti gli snippet di codice in un unico contenitore.
Concludiamo così la nostra guida sul Minimum Viable Product.
Speriamo possa esserti utile.
Qualora cercassi un supporto personalizzato su tutte le fasi che anticipano la creazione di un MVP e che ti permettano di crearlo correttamente, c’è il nostro incubatore online.
Si chiama Startup Builder e ti permette di raccogliere tutti i dati e i documenti necessari per trasformare un’idea in un Business.
Nel frattempo ti auguriamo in bocca al lupo.
A presto!
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