Road to Unicorn: Digital Payment e Covid

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Immaginarsi in uno scenario post-pandemico di solito fa sempre pensare agli effetti più immediati della crisi che potrebbe presentarsi. Coprifuoco, limitazioni nel movimento e nelle libertà, chiusura di attività e aziende. Molte meno persone si sarebbero aspettate invece, che da un giorno all’altro sia stata richiesta una expertise tecnologica per sostenersi nel breve futuro, e in maniera endemica.

Quello che prima era un lusso, (o vantaggio competitivo) di chi era in grado di utilizzare una piattaforma digitale per il commercio, per il lavoro e per lo svago, è diventato il bisogno per molte persone di qualsiasi estrazione sociale e culturale, per farsi spedire beni di prima necessità, rimanendo in sicurezza. Dallo stesso giorno è cambiata radicalmente ogni relazione sociale, fisica ed emotiva.

Il sogno segreto di ogni relativista culturale si è avverato, far vivere un cambio di paradigma e poterlo spiegare al mondo intero. Silenzio. Le idee di fruizione Smart si sono insinuate pian piano nei consumatori.

 

Road to Unicorn: startup finanziarie e post-covid

Ad essere colpite da una perdita di valore finanziario sono state innanzitutto le imprese che, avendo come fulcro l’interazione umana, si sono viste ridurre drasticamente le interazioni coi clienti: pensando ai ristoranti, come alle piccole pizzerie di paese, queste hanno visto colare a picco la loro clientela nel giro di pochi giorni e per un tempo molto prolungato.

Chi invece è stato in grado di adattarsi alla crescente richiesta di interazione digitale e ha compiuto lo sforzo di passare ad asset tecnologici comodi e sicuri (Via delivery, Digital market, etc.), o come le aziende native digitali che verso questi valori hanno orientato il loro business, ha visto crescere esponenzialmente il proprio mercato e la propria possibilità.

Nella risposta alla crisi però, a giocare un ruolo fondamentale sarà la conoscenza delle psicologie post Covid, e soprattutto l’adattamento alla deformazione del mercato portata dalle abitudini e dai bisogni che si sono consolidati vinta l’inerzia digitale. Un’immobilità che ancora impediva al consumatore (a livello sociologico e prendendo in esame anche e soprattutto quella fetta di persone non istruite all’uso e alla possibilità del mezzo) una piena fruizione dei nuovi mezzi e strumenti forniti dalla tecnologia.

I nuovi bisogni nati con la pandemia in sintesi non sono morti con la reintroduzione delle vecchie norme sociali e di legge. Non siamo tornati alla normalità, come era prima, il vero valore lo stanno facendo fruttare solo quelle aziende che ora possono vantare di aver raggiunto l’immensa fetta di mercato che dall’ipotesi è diventata possibilità concreta.

 

Le aziende di fintech e il sistema bancario moderno. Achille e la tartaruga.

Il caso più eclatante è dato dalle startup finanziarie che si occupano del Digital Payment, (ottime candidate, presenti in più casi d’esame della 25 Next billionaire startup di Forbes, ad essere unicorni) che si sono ritrovate a detenere il ruolo di protagoniste della finanza mondiale, lasciando indietro fermamente i modelli quasi obsolescenti dati dal vecchio sistema bancario, vincolato a pesanti commissioni e una decisiva indolenza verso l’adattamento del sistema a un modo orientato alla comodità e a procedure più snelle.

Applicazioni come Paypal a differenza delle loro controparti storiche Visa e Mastercard, hanno un modello di business e una tecnologia dirompente e minori spese generali date dalla migliore allocazione delle risorse (anche se queste ultime si sono adattate meglio di altre, più piccole).

All’altra sponda invece, le banche nel senso tradizionale del termine hanno dimostrato scarsa capacità di adattamento ai nuovi stimoli e sono cadute spesso, come Fargo che è stata multata 3 miliardi di dollari per aver costruito milioni di account per gonfiare il risultato delle politiche di incentivo; dimostrando effettiva miopia nel loro campo d’azione e grande limitatezza nei margini del loro movimento nel mercato.

Achille, che nel paradosso non avrebbe mai raggiunto la tartaruga, l’ha trovata azzoppata, e si accinge al sorpasso.

 

La rivincita delle digital payment startup

La differenza di lungimiranza è stata proprio quella delle grandi banche, già citate, che dall’anno scorso hanno, come nel caso di Mastercard ,acquisito Transfast per il digital payment e RiskRecon per la Cybersecurity, e come Visa, che ha annunciato di voler comprare Plaid, in grado di connettere l’utente con i propri account finanziari a molte e diversificate app, remando entrambe contro quella corrente che avrebbe disvelato l’arretratezza dei loro sistemi in favore della novità.

Il Digital payment è diventato occhio del ciclone degli investimenti e zefiro per gli utenti consumatori.

Le imprese rilevate, nella maggior parte dei casi hanno dimostrato una grande capacità di adattamento all’ambiente. La possibilità si è presentata, ed hanno agito. Nel mondo scosso dal cambiamento hanno dimostrato quelli che generalmente sono i segni di una azienda che sta per esplodere verso lo status di Unicorno.

Le Digital payment startup in questo momento:

  • Crescono in maniera estremamente Rapida;
  • Hanno mostrato come rivoluzionare attraverso il loro metodo finanziario modelli obsoleti di business proponendo una formula nuova, unica e proficua;
  • Si sono adattate all’ambiente in cui hanno potuto scalare e crescere;
  • E infine si sono assicurati dei finanziamenti in grado di sostenere il loro Sviluppo.

Speriamo che possano portare, oltre al beneficio economico, anche un benessere generalizzato.

Un articolo di Riccardo Malaspina

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