Come valutare una startup e cosa significa

come valutare una startup

La valutazione della startup è un passaggio fondamentale che ogni startupper dovrebbe portare a termine prima di procedere con qualsiasi finanziamento.

È ciò che quantifica il valore in denaro della startup ed è ciò da cui deriva la divisione delle quote di partecipazione.

Ma come si valuta una startup? In questo articolo ti spieghiamo tutto. Partiamo!

 

Valutazione di una startup: cos’è e cosa significa

In poche parole, la valutazione di una startup è un calcolo che permette all’imprenditore o imprenditrice di conoscere il valore della propria attività imprenditoriale.

Questo strumento, però, è tutt’altro che perfetto.

Soprattutto nelle prime fasi di vita di una startup, quando ancora si hanno poche metriche di fatturato, è difficilissimo quantificare il prezzo di una startup.

Da qui proviene la proverbiale difficoltà di questa operazione che viene, in qualche modo, risolta tramite un insieme di valutazioni quantitative e qualitative.

Rimane comunque vero che valutare una startup è fondamentale.

È infatti impensabile fare fundraising senza prima conoscere il valore della propria impresa.

Questo perché è proprio in base al risultato dell’operazione che a ciascun investitore viene assegnata la propria quota della startup.

Vengono confrontati valuation (il risultato della valutazione) e valore dell’investimento e di conseguenza viene assegnata la percentuale corrispondente.

Per capire meglio è necessario distinguere valuation pre-money e post-money.

Scopriamo subito la differenza.

 

La differenza tra valutazione pre-money e post-money

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Valutazione pre-money

La valutazione pre-money si riferisce al valore di una società che non include l’ultimo round di finanziamento o apporti esterni al capitale di rischio.

Questa quindi corrisponde al valore di una startup prima che inizi a ricevere investimenti, o prima che riceva il prossimo.

Questo tipo di analisi è molto importante per gli investitori per due motivi:

  1. restituisce un’idea del valore attuale e reale dell’attività in questione;
  2. fornisce il valore di ciascuna azione emessa.

E la valutazione post-money?

 

Valutazione post-money

La valutazione post-money indica quanto vale una startup dopo aver ricevuto del capitale o degli investimenti.

Include perciò l’apporto esterno di capitali o l’ultima immissione di denaro dopo un round di finanziamento.

Facciamo un esempio e immagina che un Business Angel finanzi una startup.

In quel caso l’imprenditore e l’investitore potrebbero concordare sul fatto che l’impresa valga 100.000 euro.

Dopodiché l’angel investor decide di investire 25 mila euro.

A questo punto quale sarebbe la quota che gli spetta?

Dopo il finanziamento la valutazione post-money sarebbe pari a 125.000 euro, dunque la quota ammonterebbe al 20%.

Benissimo, ma come si calcola il valore di una startup?

Vediamo ben 8 metodi per farlo.

 

Come valutare una startup

metodi di valutazione startup

Partiamo da un assunto di base: la valutazione di un’azienda non è mai semplice, in particolar modo quella di una startup.

Normalmente le aziende già rodate vengono valutate con il metodo dei multipli, che si basa sul prezzo di imprese comparabili, applicato a dati di bilancio.

Per valutare una startup invece puoi utilizzare uno (o, ancora meglio, più di uno) dei seguenti metodi e approcci alla valutazione.

 

BERKUS

Il metodo Berkus è uno dei più utilizzati per valutare una startup, soprattutto in fase early stage.

Prende il nome da Dave Berkus, venture capitalist e business angel, che è stato il primo a formulare questo approccio basato su 5 fattori chiave:

  1. valore di base (rischio del prodotto);
  2. tecnologia (rischio tecnologico);
  3. qualità manageriali del team (rischio di esecuzione);
  4. rapporti e partnership strategiche nel mercato di riferimento dell’attività (rischio di mercato e competitivo);
  5. produzione e vendite (rischio finanziario o di produzione).

Spesso si attribuisce un valore che varia da 0 a 500 mila euro a ognuno di questi 5 fattori e sommandoli si ottiene la valuation finale della startup.

 

COST-TO-DUPLICATE

L’approccio Cost-to-Duplicate prende in considerazione tutti i costi associati all’avvio della startup e allo sviluppo del prodotto.

Si tratta di un approccio focalizzato soprattutto sugli aspetti più concreti e materiali che riguardano un’attività.

Lo scopo è capire quanto costerebbe ricreare una startup identica, perché un investitore esperto non pagherebbe mai una cifra maggiore rispetto al costo di duplicazione dell’attività.

Con questo metodo le valutazioni sono mediamente più basse, per due motivi principali:

  1. non si tiene in considerazione il potenziale di sviluppo futuro dell’azienda;
  2. non prende in considerazione il giusto valore agli asset intangibili (le persone e le loro competenze, per esempio).

Escludendo dalla valutazione tutto ciò che non è “fisicamente tangibile” e misurabile, si rischia di perdere di vista gran parte del potenziale dell’azienda stessa.

 

METODO DEI MULTIPLI

Il metodo dei multipli si basa sull’idea che delle attività simili vendano a dei prezzi simili.

Questo implica anche che alcuni aspetti finanziari, come il margine operativo o il flusso di cassa, siano gli stessi o comunque molto simili.

I genere con il termine “multiplo” si intende il rapporto tra il mercato o il valore stimato di un’attività, messo in relazione a un elemento specifico del bilancio.

Questo approccio di valutazione presuppone che un determinato multiplo sia applicabile a più imprese che operano nello stesso settore.

Per cui se delle startup sono comparabili è possibile determinare il valore di una basandosi su quello di un’altra molto simile.

Così facendo la startup viene valutata analizzando molte delle sue caratteristiche attraverso un semplice numero, che può essere moltiplicato per una metrica finanziaria specifica (come l’Ebitda).

A loro volta I multipli si possono suddividere in due categorie, ovvero multipli equity side e multipli asset side.

I multipli equity side si basano tutti sui prezzi e sono calcolati tenendo conto del valore di mercato del solo capitale, messo in relazione di volta in volta con una delle seguenti variabili:

  • utile netto (earnings),
  • utile netto sommato ad ammortamenti (cash earnings);
  • patrimonio netto a valori correnti (net asset value);
  • patrimonio netto contabile (book value);
  • dividendi.

I multipli asset side invece si riferiscono al valore totale dell’impresa e si ricavano da un calcolo più complesso, che deriva dal rapporto tra la somma del valore del capitale a prezzi di mercato, dell’ammontare dei debiti finanziari netti e del patrimonio di terzi, in relazione a una delle seguenti variabili:

  • reddito operativo (Ebit);
  • margine operativo lordo (Ebitda);
  • fatturato;
  • reddito operativo al netto delle imposte teoriche in ipotesi di impresa non indebitata (Nopat).

 

SCORECARD

Il metodo Scorecard è uno dei più usati per effettuare la valutazione di una startup.

È stato inventato da William “Bill Payne”, un Angel Investor statunitense, e permette di comprendere il valore essenziale di un’azienda confrontandola con altre simili.

Il processo combina la valutazione media di settore con un moltiplicatore, che è la somma di una serie di fattori qualitativi e quantitativi specifici, come regione geografica, mercato e fase della startup.

Bisogna quindi trovare la valutazione pre-money media del settore.

Bisogna poi ricavare il moltiplicatore dalla somma di vari fattori chiave, a ciascuno dei quali cui viene assegnato un peso in percentuale che non può superare un valore massimo stabilito:

  • forza del management (max 30%),
  • dimensione del mercato (max 25%),
  • prodotto o servizio e tecnologia utilizzata (max 15%),
  • partnership, marketing e canali di vendita (max 10%),
  • contesto competitivo (max 10%),
  • necessità di investimenti aggiuntivi (max 5%),
  • varie ed eventuali (max 5%).

Una volta che saranno calcolati e sommati i vari coefficienti sarà possibile ottenere il moltiplicatore.

Applicandolo alla valutazione media di settore, permetterà di stabilire quanto vale la startup presa in esame.

 

DISCOUNTED CASH FLOW (DCF)

La maggior parte delle startup, in particolare quelle che devono ancora iniziare a generare guadagni, basano il loro valore sul potenziale di sviluppo futuro.

Il Metodo Discounted Cash Flow (DCF) serve proprio a questo perché cerca di prevedere il flusso di cassa futuro, tenendo conto del tasso atteso di rendimento dell’investimento.

Semplificando, se un’attività necessita di un certo tipo di investimento e sono disponibili previsioni sui rendimenti futuri che genererà, allora è possibile calcolare il valore corrente del flusso di cassa, utilizzando il tasso di sconto (Discount Rate).

Se poi il valore attuale netto ottenuto è positivo, allora il progetto è considerato fattibile, in caso contrario non sarebbe realizzabile dal punto di vista finanziario.

Tuttavia questo approccio è estremamente influenzato dalla capacità dell’analista di prevedere le condizioni di mercato future e fare buone ipotesi sui tassi di crescita a lungo termine.

 

METODO VENTURE CAPITAL

La logica dietro il metodo Venture Capital è molto semplice.

Ogni investitore che decide di investire in una startup si aspetta che in futuro le sue azioni abbiano acquisito un valore tale da giustificare l’investimento, in modo da garantirgli un ritorno economico.

Tale approccio alla valutazione prende perciò in considerazione 2 variabili per stimare il valore di un’azienda basandosi su:

Nel caso di chiusura del primo round di finanziamento dalla startup, è possibile utilizzare la seguente formula per calcolare il Roi atteso:

Roi Atteso = Exit Value : Valutazione Post-money.

Allo stesso tempo sarà anche possibile calcolare la valutazione post-money basandosi sulle altre due variabili:

Valutazione Post-money = Exit Value : Roi Atteso

 

FIRST CHICAGO

Poiché le startup sono imprese ad alto rischio di fallimento, il metodo First Chicago considera diversi scenari potenziali.

Così facendo la valutazione della startup deriva da una media dei vari scenari ipotetici.

Il First Chicago si basa sul metodo Venture Capital e su quello Discounted Cash Flow, ma aggiunge un ulteriore livello di complessità.

Per prima cosa bisogna pianificare 3 diversi scenari su come una startup potrebbe evolversi:

  1. scenario ottimista;
  2. scenario pessimista,
  3. scenario realista.

A questo punto per ogni scenario si deve calcolare il valore della startup utilizzando il metodo Venture Capital o l’approccio basato sul flusso di cassa (Discounted Cash Flow), poi, in un secondo momento, si possono mettere in relazione i tre casi.

Per ogni scenario (migliore, peggiore, intermedio) si stima la probabilità che accada.

Moltiplicandoli poi per il rispettivo valore della startup (sempre a seconda dello scenario) si ottengono 3 cifre da sommare e da cui calcolare la media.

In sostanza è come se si seguisse la seguente formula:

[ (Valore Startup in Scenario Peggiore x Relativa Probabilità che accada) + (Valore Startup in Scenario Migliore x Relativa Probabilità che accada) + (Valore Startup in Scenario Base x Relativa Probabilità che accada) ] = Valutazione Media della Startup

 

RISK FACTOR SUMMATION

Spesso utilizzato per le valutazioni pre-money, il modello Risk Factor Summation prende in considerazione tutti i rischi associati all’attività che possono influenzare il Roi.

Per prima cosa si calcola un valore iniziale stimato per la startup, utilizzando uno degli altri metodi o approcci di cui abbiamo parlato in precedenza.

Successivamente si tiene conto dell’effetto – positivo o negativo – dei diversi tipi di rischi aziendali, per cui viene dedotta o aggiunta una stima al valore iniziale, in base al tipo di rischio.

Il valore finale della startup si ottiene dopo aver preso in considerazione tutte le possibili criticità e aver calcolato la somma dei fattori di rischio associati (rischio di gestione, rischio di concorrenza sul mercato, rischio tecnologico, etc).

Ovviamente se i fattori di rischio sono bassi questo può solo accrescere il valore della startup, in caso contrario la valutazione finale ne risentirà.

Per evitare che questo accada è consigliabile lavorare sulla riduzione dei fattori di rischio e lo sviluppo di piani che li possano arginare o eliminare.

Questo era l’ultimo metodo che consigliamo di utilizzare per la valutazione della tua startup.

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A presto!

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